martedì 12 aprile 2011

What date is today?

Istruzioni per l'uso: mentre si legge la poesia ascoltare: http://www.youtube.com/watch?v=HgzGwKwLmgM

Luogo comune del quarantenne

Quindicimila giorni secchi sono passati,
Quindicimila occasioni che si sono perse,
Quindicimila soli inutili che sono nati,
Ore su ore contate
In questo solenne ma grottesco gesto
Di dare corda ad orologi inventati
Per cercare, negli anni smemorati,
La pazienza di andar vivendo il resto.
(J. Saramago)

Il resto lo vorrei vivere con l'ironia di Mafalda, la passione di Anna Magnani, la rabbia creativa  di Nina Simone, il blues di Billie Holiday, l'allegria di E. Fitzgerald, la trasgressione di Lilith, la testa di H. Arendt, lo spirito di S. Weil, l'antipatia simpatica di O. Vanoni, il viso di I. Bergman ma la bocca di F. Ardant e gli occhi di mia nonna, qualche battuta della Littizzetto, le parole di: Wislava Szymborska, Anna Achmatova, Silvia Plath, Emily Dickinson, Alda Merini; la forza di Felicia Impastato, con i  passi di Pina Baush e le gambe di M. Dietrich:-).
Non è poco:-)

AntoEnglish
Note to the reader: you should read the poem below while listening to: http://www.youtube.com/watch?v=HgzGwKwLmgM



Commonplace of Forty

Fifteen thousand dry days have passed,
lost fifteen thousand times,
zero to fifteen thousand suns were born,
counted hourly
in the solemn, more grotesque gesture
to wind a clock invented
to seek, in the years forgotten,
the patience to go on living the rest.
(Jose Saramago)

I would like to live the rest with Mafalda's irony, Anna Magnani's passion, Nina Simone's creative rage, Billie Holiday's blues, Ella Fitzgerald's joy, Lilith's transgression, H. Arendt's brain, S. Weil's soul, Ornella Vanoni's unpleasant pleasantness, I. Bergman's face with F. Ardant's mouth and my grandmother's eyes, some jokes by Luciana Littizzetto, words by Wislava Szymborska, Anna Achmatova, Silvia Plath, Emily Dickinson, Alda Merini, Felicia Impastato's strenght, following Pina Baush steps with M. Dietrich's legs:-).
Not too bad, right?

lunedì 11 aprile 2011

Bella ciao


"...sembra che la storia non sia che un enorme fenomeno naturale, un'eruzione, un terremoto, del quale rimangono vittima tutti, chi ha voluto e chi non ha voluto, chi sapeva e chi non sapeva, chi era stato attivo e chi indifferente. E questo ultimo si irrita, vorrebbe sottrarsi alle conseguenze, vorrebbe apparisse chiaro che egli non ha voluto, che egli non è responsabile. Alcuni piagnucolano pietosamente, altri bestemmiano oscenamente, ma nessuno o pochi si domandano: se avessi anch'io fatto il mio dovere, se avessi cercato di far valere la mia volontà il mio consiglio, sarebbe successo ciò che è successo?...I più di costoro, invece, ad avvenimenti compiuti, preferiscono parlare di fallimenti ideali, di programmi definitivamente crollati e di altre simili piacevolezze."
(da A. Gramsci, Odio gli indifferenti)
***
Sono un caso disperato
Finalmente un critico sagace ha rivelato
(sapevo che lo avrebbero scoperto)
che nei miei racconti sono parziale
e a margine mi esorta
a far mia la neutralità
come ogni intellettuale che si rispetti

credo cha abbia ragione
sono parziale
su questo non c'è dubbio
più ancora io direi un parziale irrecuperabile
in fin dei conti un caso disperato
perché per quanti sforzi faccia
non potrò arrivare mai a essere neutrale

in vari paesi di questo continente
specialisti di valore
hanno fatto il possibile e l'impossibile
per curarmi dalla parzialità
per esempio nella biblioteca nazionale del mio paese
ordinarono lo spurgo parziale
dei miei libri parziali
in Argentina mi diedero quarantotto ore
(altrimenti mi ammazzavano) perché me ne andassi
con la mia parzialità alle costole
da ultimo in Perù imbavagliarono la mia parzialità
e quanto a me mi deportarono

se fossi stato neutrale
non avrei avuto bisogno
di queste terapie intensive
però cosa posso farci
sono parziale
incurabilmente parziale
e per quanto possa suonare un poco strano
totalmente
parziale

già lo so
questo significa che non potrò aspirare
a tantissimi onori e riconoscimenti
e glorie e cariche
che il mondo riserva agli intellettuali
che si rispettino
vale a dire ai neutrali
con un'aggravante
poiché ogni volta ci sono meno neutrali
i riconoscimenti sono ripartiti
tra pochissimi

dopo tutto e a partire
dalle mie confesse limitazioni
devo riconoscere che per quei pochi neutrali
provo una certa ammirazione
o meglio li considero con stupore
perché in realtà è necessaria una tempra d'acciao
per mantenersi neutrali davanti a episodi come
girón
tlatelolco
trelew
pando
la moneda

è chiaro che uno
e forse è questo che voleva dirmi il critico
potrebbe essere parziale nella vita privata
e neutrale nelle belle lettere
diciamo indignarsi contro Pinochet
durante l'insonnia
e scrivere racconti diurni
su Atlantide

non è una cattiva idea
e chiaramente
presenta il vantaggio
che da un lato
uno ha conflitti di coscienza
e questo rappresenta sempre
un buon nutrimento per l'arte
e d'altro lato non presta il fianco alle gragnole
della stampa borghese e/o neutrale
non è una cattiva idea
però
mi vedo già scoprire o immaginare
nel continente sommerso
l'esistenza di oppressi e oppressori
parziali e neutrali
torturati e carnefici
ossia la stessa contesa
cuba sì yankee no
dei continenti non sommersi

di maniera che
poiché pare che per me non esista rimedio
e che sia definitivamente perduto
per la fruttuosa neutralità
la cosa più probabile è che io continui a scrivere
racconti non neutrali
e poemi e saggi e canzoni e romanzi
non neutrali
però avverto che sarà così
anche quando non tratteranno di torture e carceri
o di altri temi che sembrano
risultare insopportabili ai neutrali

sarà così anche quando tratteranno di farfalle e nubi
e fantasmi e pesciolini
(M. Benedetti)

AntoEnglish
"It seems that history is nothing but an immense natural phenomenon, an eruption, an earthquake, and that we are all its victims, both those who wanted it to happen as well as those who did not, those who knew it would happen and those who did not, those who were active and those who were indifferent. And then it is the indifferent ones who get angry, who wish to dissociate themselves from the consequences, who want it made known that they did not want it so and hence bear no responsibility. And while some whine piteously, and others howl obscenely, few people, if any, ask themselves this question: had I done my duty as a man, had I sought to make my voice heard, to impose my will, would what came to pass have ever happened? But few people, if any, see their indifference as a fault – their scepticism, their failure to give moral and material support to those political and economic groups that were struggling either to avoid a particular evil or to promote a particular good. Instead such people prefer to speak of the failure of ideas, of the definitive collapse of programmes, and other like niceties. They continue in their indifference and their scepticism."
(from A. Gramsci, I found the translation here: http://natna.wordpress.com/antonio-gramsci-on-the-indifferent/)
***

I'm a Lost Cause

An astute critic finally revealed
(I knew they'd find out someday)
that I'm partial in my fiction
and he urges me tangentially
to become neutral
like any self-respecting intellectual

I think he's right
I'm partial
of this there can be no doubt
moreover I'd say I'm hopelessly partial
a lost cause in the end
since no matter how hard I try
I'll never be able to be neutral

in various countries on this continent
distinguished specialists
have done the possible and the impossible
to cure me of my partiality
for example the national library in my country
ordered a partial expurgation
of my partial books
in argentina they gave me forty-eight hours
to leave (or they'd have killed me)
with my partiality on my back
finally in peru they held my partiality incommunicado
and deported me

had I been neutral
I wouldn't have needed
all that intensive therapy
but what can I do
I'm partial
incurably partial
although it might sound a bit strange
totally
partial

yes I know
that means I won't be able to aspire
to the many honors and reputations
and invocations and distinctions
that the world reserves for intellectuals
who are self-respecting
who, in other words, are neutral
and since there are fewer and fewer who are neutral
the distinctions are shared
by just a few

after all and given
my confessed limitations
I have to admit that I have a certain admiration
for the few who are neutral
or rather I reserve a certain awe for them
since in reality you need a steel temple
to remain neutral through episodes like
the bay of pigs
tlatelolco
trelew
pando
la moneda

it's clear that you
and maybe this is what the critic wanted to tell me
can be partial in private life
and neutral in belles lettres
for example you could get indignant at pinochet
in the middle of the night
and write short stories the next day
about atlantis

it's not a bad idea
and of course
there's the advantage
that on the one hand
you'd have a conflicted conscience
and that's always a sign of
a good foundation for art
and on the other hand it doesn't leave you vulnerable
to beatings from the bourgeois and/or neutral press

it's not a bad idea
but
I already find myself discovering or imagining
on the sunken continent
the existence of the oppressed and their oppressors
the partial and the neutral
the tortured and the tyrannical
in other words the same ballgame―
cuba yes yankees no―
that's found on not-sunken continents

therefore
as it seems I have no other choice
and I'm definitely a write-off
for fruitful neutrality
most likely I'll keep on writing
stories that aren't neutral
and poems and essays and songs and novels
that aren't neutral
but I'm warning you that they'll be that way
even if they don't deal with tortures and jails
or other topics apparently
intolerable to neutrals

they'll be that way even if they deal with butterflies
and clouds and goblins and little fish.
(M. Benedetti)



domenica 10 aprile 2011

Aknowledgments

A.Balasubramaniam, Rest in Resistance


"...Io cammino in fila indiana, cammino in fila indiana e guardo davanti a me e infatti guardo 23723. Cioè non è esatto dire che io guardo 23 723 perché, essendo in fila indiana, noi non ci giriamo mai, per cui io guardo effettivamente metà di 23723, gli guardo la schiena. Invece il numero 1 lo vedo sempre, quello lo vedo sempre, perché lo vedo in televisione. Il numero 1 il capofila, è quello che da il passo, il numero 1 cammina veloce e noi tutti camminaimo veloce,  il numero 1 va piano e noi andiamo piano, quando il numero 1 marcia noi tutti marciamo. (...) A un certo punto però mentre cammino in fila indiana, vedo che c’è uno davanti a me che mi cammina a fianco. (...) adesso non è che lo vedo bene, perché non mi posso proprio girare, sennò se mi giro, va a puttane la fila indiana. Devo guardare dritto davanti a me, però con la coda dell’occhio lo vedo(…) Ma non è che per caso questo qua è il capofila di un’altra fila? E’ il numero 1 di un’altra fila? (...) Questo non è possibile. Non è possibile perché la fila indiana è una, è UNA la fila indiana, come UNO è Dio, come UNO è il pensiero, come UNA è la mamma. Ecco, non è possibile. Così allora prendo coraggio, mi giro un pochetto senza voltarmi troppo e guardare 23725, mi giro e infatti vedo che sta da solo. Sta da solo, infame, infame. Ma dove vai in giro da solo?-  glielo dico- , ma dove vai? Ma chi sei? Sei 23845? Dico, 23837? 24000? 28.000, chi sei? Mi giro e mi dice: io sono Mario. Ma come Mario! Deficiente, infame terrorista – Ma come Mario? Come puoi essere Mario? Siamo numeri! Siamo tutti numeri e tu sei Mario, sei? Infatti, la fila sento che cammina più piano, sento che si sta fermando, vedo 23723 che sta davanti a me, che quasi si gira. Infame, terrorista,  hai terrorizzato tutti. Prendo ancora coraggio, mi fermo e lo prendo a cazzotti, lo sbatto per terra gli sbatto la testa, lo lascio morto con la testa spaccata. E mi rimetto in fila. Abbiamo ammazzato il terrorista. Ma dove vai in giro da solo Mario, sedicente mario. Si riparte con la fila, mi fanno pure un piccolo coro tutti dicono ventitre mila settecento ventiquattro, ventitre mila settecento ventiquattro, ventitre mila settecento ventiquattro.
(da Io cammino in fila indiana, Ascanio Celestini, qui:  http://www.youtube.com/watch?v=bT9aHUPWXMs)

" La relazione servo - padrone assume infatti il noto aspetto dialettico in quanto la potenza non vi compare come volontà di potenza ma come rappresentazione della potenza, come rappresentazione della superiorità , come riconoscimento da parte dell' "uno" della superiorità dell'"altro".
(...) Le volontà vogliono che la loro potenza venga riconosciuta, vogliono rappresentarla. Ma (...) questa è la concezione del servo, è l'immagine che della potenza si fa l'uomo del risentimento. Il servo è colui che intende la potenza soltanto come oggetto di un riconoscimento, materiale di rappresentazione, posta in palio di una competizione, facendola però derivare , al termine della lotta, da una semplice attribuzione di valori consolidati. Il ritratto del padrone (...) è sin dall'inizio il ritratto tracciato dal servo, un ritratto che rappresenta il servo o quanto meno il suo sogno di emancipazione. E' sempre il servo a spuntare dietro l'immagine hegeliana del padrone."
(da Nietzsche e la filosofia, Gilles Deleuze)

AntoEnglish
"(...) I walk in single file and look in front of me. Indeed I look at 23723. Well, it is not completely true to say that I look at 23723, because as we are walking in single file,  we never turn, so what I actually see is half of 23723, his back. But  I always see number 1, as I watch him on TV. Number 1 is the front of the line, the one who sets the pace: if he hurries up, we go faster, if he slows down, we slow down too, and if he marches we march. (...) At a certain point,  while I am walking in single file,  I see that there is someone walking by my side. (...)Well, I don’t see him very well,  because I cannot turn round, otherwise the line would go to hell. I have to look straight in front of me, but I can see him out of the corner of my eye. (...) Could it be that he is the number 1 of another line? (...)But this is impossible, as there is only ONE line, as there is only ONE God, as there is only ONE thought , as there is only ONE mother. Right, it is impossible. So I...I turn just a bit without completely rotating, without looking  at 23725,  and I can see he is alone. He is alone, the bastard. I turn and I tell him: but who are you? Where are you going? Are you 23836? 23837? 24000? Who are you? I turn and he tells me: I am Mario.  Mario?! ? – you terrorist, stupid, bastard! How can you be Mario if we are all numbers? We are all numbers and you are Mario?
I can feel the line slowing down, I can feel it stopping, I see 23723  in front of me turning. This bloody bastard is scaring the hell out of us. I take all my courage,  I stop, I hit him, I slam him down to the floor, and I leave him there with his head smashed. I come back in line. We kill the terrorist. The line keeps moving and I can hear a refrain: twenty three thousand seven hundred twenty three, twenty three thousand seven hundred twenty three, twenty three thousand seven hundred twenty three..."
(from Io cammino in fila indiana, Ascanio Celestini, qui: http://www.youtube.com/watch?v=bT9aHUPWXMs)


"The famous dialectical aspect of the master slave relationship depends on the fact that power is conceived not only as will to power but as representation of power, representation of superiority, recognition by the "one" of the superiority of the "other". What the wills (...) want is to have their power recognized, to represent their power. This is the slave conception it is the image that the man of resentment has of power. The slave only conceives of power as the object of recognition the content of a representation the stake in a competition, and therefore makes it depend, at the end of a fight, on a simple attribution of established values.(...) the portrait of the master is from the start a portrait which represent the slave, at least as he is in his dreams, as at best a successful slave. Underneath the image of the master we always find the slave."
(From Nietzsche and philosophy, Gilles Deleuze)








 
 

mercoledì 6 aprile 2011

Revolutionary Jane


Pensavo a dei film molto diversi fra di loro che ho visto recentemente, nei quali il ruolo della donna è quello di essere condizione di possibilità di cura, salvezza, vita. Ne Il Discorso del Re è la consorte che insiste perché il futuro Giorgio VI affronti la balbuzie, ne La Donna che Canta il ruolo vitale della donna è molto evidente, in Swing Vote (abbastanza tremendo) la figlia, la giornalista e la moglie del candidato democratico sono elementi di “miglioramento” dell’uomo. Le donne sono condizioni necessarie, ma non sufficienti. Necessarie per l’uomo e non sufficienti né per lui, ne per loro stesse (chissà la Donna che Canta….).

E ho rivalutato il libro che ho meno amato di Jane Austin, Emma, in cui appunto la protagonista combina guai mettendosi a fare la sensale ed è un uomo, Mr Knightley, che ha in qualche modo il ruolo di mediazione e cura.
Stando così le cose, sembrerebbe che in un senso o nell’altro, ci sia sempre bisogno di un terapeuta nella coppia:-).

AntoEnglish
Thinking about some films I’ve recently seen, it came to my mind that the woman played a therapeutic, salvific, vital role. In The King’s speech without his wife, the future George VI would not have tackled his stuttering, in Incendies the woman’role is very evident, in Swing vote (quite terrible) the daughter, the journalist, the democrat candidate’s wife are the elements through which the man can become better. Women are necessary but not sufficient conditions. Necessary to the man and insufficient for him and for them (maybe not in Incendies).


This made me reconsider Emma, the book I least liked by Jane Austin. Here, the protagonist  is messing around trying to combine other people’s marriage and it is a man, Mr Knightley, who plays the supporting role.
This being the case, it may appear that, in a way or the other, a therapist is always needed in a couple:-).

sabato 2 aprile 2011

La gaia scienza

Anche l’editoriale di Internazionale la scorsa settimana l’ha detto:  l’Italia è un paese dove nulla di serio, di complesso  si può fare con questo governo/classe politica.  Avevo iniziato un post “serio” ma mi sono annoiata da sola.
Per me è una trappola: il paese è senza speranza e quindi non c'è niente che possiamo fare, a parte ovviamente avere conversazioni infinite sul berlusconismo o l'anti-berlusconismo, che a me pare somiglino sempre di più a quelle sulla Roma e la Lazio.


L'indignazione senza creazione non serve a nulla: " Invece di maledire il buio accendi la candela". Tutte queste persone, me inclusa:-), che  continuano a lamentarsi dei rifiuti di Napoli, del declino economico, morale e politico del Bel Paese, non fanno caso alla discarica di Peccioli, a STM Electronics ecc. ecc...Ovviamente non sto dicendo che la Mala Italia non esista, sto dicendo che c'è anche altro e che mi sono stufata del pensiero binario.


La mia prova del nove è quello che faccio con l'erede. Non magnifico mai l'apatia o l'autoindulgenza quando mi dice che questo o quel professore è tremendo. Che tipo di esempio gli do, se passo il tempo stesa sul divano a dire " O tempora o mores"? E perchè lo spingo a impegnarsi, se tanto in Italia non si può fare un bel niente?


Spinoza, secondo Deleuze, diceva che il despota e il prete hanno bisogno di passioni tristi nel popolo, per assoggettarli meglio. Benigni un pò di tempo fa ha detto che è meglio diffidare degli infelici, la persona felice è virtuosa e generosa.


O, come diceva Nietzsche " Il deserto cresce, guai a chi cela deserti dentro di sè".


AntoEnglish


Even Internazionale’s editorial said it last week: in Italy it is impossible to do anything serious or complex, given our government/ politicians. I started writing a “serious” post but I got bored myself.
This is for me a trap: this country is hopeless, so there is nothing we can do, except to have endless conversations on berlusconism or anti-berlusconism, which to me increasingly resemble to those about Lazio and Roma.


Indignation without creation doesn’t lead to anything. “Instead of cursing the darkness, light up a candle” (Lao Tze) All these people, including myself:-), that keep complaining about the mismanagement, misbehavour, mis-everything, that are looking at Naple's rubbish, at the economic legal and moral decline of this country don’t look at Peccioli’s waste disposal facility, don’t look at STM Electronics, etc etc. I am obviously not saying that the dark side does not exist. I am saying that there is also other. Do we need to choose one or the other? Don’t think so, I am getting bored by binary thought as well.


Also, my definitive test  is to walk the talk with what I say to my heir. I would never praise apathy or self-pity if he tells me that this or that teacher is terrible. So, what kind of example am I giving to him if I spend my days sitting on a sofa and saying “oh tempora oh mores”. Moreover, why should I push him to make effort to do something, if at the end of the day this country is hopeless?


Spinoza, according to Deleuze, said that both the tyrant and the priest need sad passions in the people, to better subjugate them. Benigni sometimes ago said that happy people are virtuous and that we should be aware of unhappy people.


Or as Nietsche said “the desert is growing, woe to him in whom desert hides”.

giovedì 31 marzo 2011

Elementary, my dear Watson


A cena, con l'erede che a un certo punto, per sottolineare quanto  gli piaceva la pizza, ha detto: "la pizza è la pizza". Al che io sono partita dicendo: " Ma questa è una tautologia, è come dire che A = A , che la mamma è la mamma". E lui, calmo" No, la mamma  è rompipalle...quando parla così". Non sarà una tautologia, ma mi pare una logica stringente.

AntoEnglish
Dinnertime with the heir who, to express how much he liked pizza, said: "pizza is pizza". Then I replied: " This is a tautology, is like saying A=A, or mummy is mummy".  And he then calmy said "No, mum is a pain in the xxx, when she says these kind of things" . It is not a tautology, but it may have a stringent logic.

mercoledì 30 marzo 2011

En vrac


La Farfalla (III)

Dirò: tu non esisti?
Ma cosa mai allora
di simile in te sente
la mia mano? e quei colori
d’inesistenza non son frutto.
E chi ha suggerito
quelle tue tinte?
Io non avrei la forza,
io, grumo borbottante
di parole al colore estranee,
di immaginare questa
tua tavolozza.

(I.Brodskij)

***

Rosa, pura contraddizione, piacere
Di essere il sonno di nessuno sotto tante
palpebre

(R.M.Rilke)


"Nella Fisica e nella Metafisica Aristotele distingue due significati di “essere + ∞” come in “ Ci sono infiniti numeri di punti che devono essere occupati tra A e B.” La distinzione è solo superficialmente grammaticale, in realtà è metafisica. La distinzione è tra “attualità” e “potenzialità” intese come qualità predicative; e l’argomento generale di Aristotele è che ∞ è una cosa particolare che esiste in potenza ma non in atto…”
(D. F. Wallace, Tutto e di più)

e ...non resisto:-):

“L’essere si dice in molti modi”
(Aristotele, Metafisica, Fisica, De Anima)

AntoEnglish
The Butterfly (III)

Should I say that, somehow,
you lack all being?
What, then, are my hands feeling,
that's so like you?
Such colors can't be drawn
from nonexistence.
Tell me, at whose insistence
were yours laid on?
Since I'm a mumbling heap
of words, not pigments
how could your hues be figments
of my conceit?
(I. Brodsky)



Rose, oh pure contradiction, delight
in being no one’s slip under so many
eyelids
(R. M. Rilke)
"In both the Physics and the Metaphysics Aristotle draws a distinction between two different things we can really mean when we use “to be+∞ “ in a predicative sentence like “There are infinite number of points that must be occupied between A and B” The distinction is only superficially grammatical: it’s really a metaphysical one…The distinction is between actuality and potentiality as predicative qualities, and Aristotle’s general argument is that ∞ is a special type of thing that exist potentially but not actually”
(D. F. Wallace, On Everything and More)


and ...I can’t resist:-):


"Being is said in many ways"
(Aristotle, Metaphysics, Physics, De Anima).