martedì 20 luglio 2010

Non ti scordar di me / Forget-me-not

Stasera ho ascoltato un concerto per Giovanni Falcone e Paolo Borsellino in una chiesa romana. Sono andata perché il libretto l’aveva scritto un amico che non vedevo da tempo. Sicuramente, anche se in minima parte, il fatto che fosse suonato dall’Orchestra Sinfonica Abruzzese ha influito. Molti venivano dalla città di mia nonna, di mio padre, di metà della mia famiglia, città che molto ha sofferto negli ultimi tempi. E poi la notizia di ieri, della statue dei due giudici danneggiate a Palermo, mi ha fatto rabbia e mi ha dato, se mai ce ne fosse stato bisogno, l’ultimo slancio per andare, sola, al concerto. Alcune morti le ho vissute di riflesso, morti antiche, di libri di scuola. Altre me le hanno raccontate le generazioni a me precedenti, morti di guerra e di guerriglia, urbane, tra stati o in altri continenti.
Ma di alcune sono stata contemporanea e spettatrice, grazie anche alla televisione. La morte di Giovanni Falcone è per me voragine marrone di terra divelta. Quella di Paolo Borsellino è stata fine annunciata di un condannato a morte.
Ero a Parigi, in uno ostello della gioventù da cui mi muovevo per andare a cercare camere per il settembre successivo. Con pochi soldi avevo spesso fame ed era caldo. Quel giorno mi trovavo per caso nella sala comune dell’ostello, dove c'era la televisione e ho visto passare sullo schermo la foto di Paolo Borsellino. Mi sono seduta, ho cercato di decifrare le parole e ho capito.
Ho pianto e guardavo intorno a me, cercando qualcuno che potesse condividere la mia tristezza. Ma erano tutti stranieri e nessuno poteva capire chi era morto dalla mano di pochi, per l’impotenza e nell’indifferenza di molti.
AntoEnglish Tonight I listened to a concert for Giovanni Falcone and Paolo Borsellino, in a church in Rome. I went as the libretto was written by a friend, whom I had not seen for a long time. Certainly, even if very little, the fact the Orchestra Sinfonica Abruzzese was playing it, contributed to my decision to go, alone, there. Many players come from the city of my grandmother, of my father, of half of my family, a city that has suffered a lot recently.
Also, yesterday news about the statues of the two judges being vandalised, gave the final kick, if needed, for me to go. I have experienced some deaths through others, either ancient ones read in school books or more recent, told to me by previous generations: war deaths or guerrilla ones, urban, between nations or in some faraway land. But I have witnessed some of them, thanks also to tv. That of Giovanni Falcone is for me a brown, deadly hole. Borsellino’s one is a foretold ending of a dead man walking. When he died I was in Paris, sleeping in a youth hostel from which I went up and down looking for a place to stay the following September. I had not a lot of money, I was oftern hungry, it was a hot summer. And on that very day I found myself by chance in the hall where the tv was. I saw on the screen a photo of Paolo Borsellino, I sat down, I tried to understand and I realised. I cried, while looking aroung to find somebody to share my sadness. They were all foreigners, unable to understand who was dead by the hand of few, for the impotence and in the indifference of many.