sabato 2 aprile 2011

La gaia scienza

Anche l’editoriale di Internazionale la scorsa settimana l’ha detto:  l’Italia è un paese dove nulla di serio, di complesso  si può fare con questo governo/classe politica.  Avevo iniziato un post “serio” ma mi sono annoiata da sola.
Per me è una trappola: il paese è senza speranza e quindi non c'è niente che possiamo fare, a parte ovviamente avere conversazioni infinite sul berlusconismo o l'anti-berlusconismo, che a me pare somiglino sempre di più a quelle sulla Roma e la Lazio.


L'indignazione senza creazione non serve a nulla: " Invece di maledire il buio accendi la candela". Tutte queste persone, me inclusa:-), che  continuano a lamentarsi dei rifiuti di Napoli, del declino economico, morale e politico del Bel Paese, non fanno caso alla discarica di Peccioli, a STM Electronics ecc. ecc...Ovviamente non sto dicendo che la Mala Italia non esista, sto dicendo che c'è anche altro e che mi sono stufata del pensiero binario.


La mia prova del nove è quello che faccio con l'erede. Non magnifico mai l'apatia o l'autoindulgenza quando mi dice che questo o quel professore è tremendo. Che tipo di esempio gli do, se passo il tempo stesa sul divano a dire " O tempora o mores"? E perchè lo spingo a impegnarsi, se tanto in Italia non si può fare un bel niente?


Spinoza, secondo Deleuze, diceva che il despota e il prete hanno bisogno di passioni tristi nel popolo, per assoggettarli meglio. Benigni un pò di tempo fa ha detto che è meglio diffidare degli infelici, la persona felice è virtuosa e generosa.


O, come diceva Nietzsche " Il deserto cresce, guai a chi cela deserti dentro di sè".


AntoEnglish


Even Internazionale’s editorial said it last week: in Italy it is impossible to do anything serious or complex, given our government/ politicians. I started writing a “serious” post but I got bored myself.
This is for me a trap: this country is hopeless, so there is nothing we can do, except to have endless conversations on berlusconism or anti-berlusconism, which to me increasingly resemble to those about Lazio and Roma.


Indignation without creation doesn’t lead to anything. “Instead of cursing the darkness, light up a candle” (Lao Tze) All these people, including myself:-), that keep complaining about the mismanagement, misbehavour, mis-everything, that are looking at Naple's rubbish, at the economic legal and moral decline of this country don’t look at Peccioli’s waste disposal facility, don’t look at STM Electronics, etc etc. I am obviously not saying that the dark side does not exist. I am saying that there is also other. Do we need to choose one or the other? Don’t think so, I am getting bored by binary thought as well.


Also, my definitive test  is to walk the talk with what I say to my heir. I would never praise apathy or self-pity if he tells me that this or that teacher is terrible. So, what kind of example am I giving to him if I spend my days sitting on a sofa and saying “oh tempora oh mores”. Moreover, why should I push him to make effort to do something, if at the end of the day this country is hopeless?


Spinoza, according to Deleuze, said that both the tyrant and the priest need sad passions in the people, to better subjugate them. Benigni sometimes ago said that happy people are virtuous and that we should be aware of unhappy people.


Or as Nietsche said “the desert is growing, woe to him in whom desert hides”.

3 commenti:

  1. Consiglierei alla mamma dell'erede di consigliare all'erede di vedere nell'ordine :"Tempi Moderni", "Metropolis" e "The Wall". Suppongo capisca l'inglese in caso contrario la post-modernità ha creato i sottotitoli.
    Poi quando li ha visti la mazzata finale è "Brazil" che parla un po' di più dell'Italia.

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  2. Già, ce lo siamo domandati tante volte: a che serve questo maledire il buio tanto per maledirlo, senza cercare né i fiammiferi, né la candela, immaginando che ci siano luoghi incantati (l'estero) dove i fiammiferi e le candele siano sempre sotto mano; anzi, dove non fa mai buio? A che serve? Non certo a dire cose interessanti sull'Italia; probabilmente a dire alla persona con cui si parla: siamo sulla stessa lunghezza d'onda. Ma perché prorio quella lunghezza d'onda lì?

    Io mi ricordo di un tempo in cui questo non succedeva - oppure un'età in cui io e i miei amici non lo facevamo - magari quelli più grandi lo facevano già allora. Poi, all'inizio degli anni Ottanta, è cominciata questa valanga infinita, non di lamentele, ma di lamentela: un'unica, lunga, ifinita lamentela. Boh, chi lo sa, forse manifesta il fatto che non si sopporta la vita al di là dei 30 - 40 anni...

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