domenica 17 gennaio 2010

Ubi solitudinem faciunt, pacem appellant

Nel numero di questa settimana di Internazionale, c’è un articolo di Jane Mayer, The New Yorker, sull’impiego da parte della CIA di droni per uccidere persone sospettate di terrorismo in Pakistan. Ecco alcuni dei punti salienti dell’articolo, che si trova qui http://www.newyorker.com/reporting/2009/10/26/091026fa_fact_mayer: 1) Questo programma della CIA è ovviamente segreto, quindi il numero dei morti è sconosciuto 2) Uno dei “vantaggi” di questa tecnologia risiede nel fatto che è a “costo zero”, cioè non necessita dell’impiego di truppe 3) L’uso dei droni potrebbe violare il diritto internazionale, in base al quale il governo americano per colpire civili sospettati di terrorismo deve dichiarare che questi sono coinvolti nella lotta armata, che l’uso della forza è una necessità militare, che non esiste nessuna alternativa all’omicidio, che il sospettato partecipa attivamente alle ostilità. L’uso della forza deve essere proporzionale alla minaccia e il paese straniero in cui ha luogo l’omicidio deve autorizzarlo. Il punto sui costi zero mi ha fatto ricordare qualcosa che avevo letto ne Il Secolo Breve, di E. Hobsbawn. Parlando se non sbaglio dell’uso dell’aviazione nella Seconda Guerra Mondiale dopo i massacri della Prima, lo storico inglese dice sostanzialmente che i governi democratici non hanno resistito alla tentazione di salvare le vite dei propri cittadini considerando quelle dei nemici senza valore, a loro disposizione. La giustificazione allora del lancio delle bombe su Hiroshima e Nagasaki, a suo parere, non si basava sul fatto che fosse indispensabile per vincere, ma per salvare le vite dei soldati americani.
AntoEnglish On this week Internazionale there is an article by Jane Mayer, The New Yorker, about the CIA’s use of drones to kill terrorist suspects in Pakistan. Some key points of the article, which you may find here http://www.newyorker.com/reporting/2009/10/26/091026fa_fact_mayer: 1) This CIA program is of course secret, so nobody knows how many have been killed 2) One of the advantages of this technology is that it is a “zero cost” war, i.e. no troops are involved. 3) Use of drones could violate international law, under which,"in order for the U.S. government to legally target civilian terror suspects abroad it has to define a terrorist group as one engaging in armed conflict, and the use of force must be a military necessity. There must be no reasonable alternative to killing, such as capture, and to warrant death the target must be “directly participating in hostilities.” The use of force has to be considered “proportionate” to the threat. Finally, the foreign nation in which such targeted killing takes place has to give its permission." The zero cost point made me think of something I read in The Age of Extremes, by E Hobsbawn. Talking about - if I remember well- the use of aviation in the II World War after the mass killings of the First one, he says “In the longer run democratic government failed to resist the temptation of saving their own citizens’ lives by treating those of enemy countries as totally expendable. The dropping of the atom bomb on Hiroshima and Nagasaki was not justified as indispensable for victory (…) but as a means of saving American soldiers’ lives. "

2 commenti:

  1. Appunto l'inizio dei combattimenti asimmetrici, dove per asimettria intendo lo sbilanciamento della forze in campo è iniziato con Hiroshima,a anche se si è trattato di un'asimmetria solo di mezzi e non di coscienze. La guerra dei droni è il punto d'arrivo di una logica della guerra che dal dopoguerra a oggi ha tentato, con alterne vicende (il Vietnam e molti conflitti a "bassa intensità" ne hanno messo a dura prova la logica) di spostare sempre di più il conflitto in una sola direzione. Oggi con i droni che addirittura taylorizzano la guerra (il pilota decolla e atterra, mentre l'agente decide chi uccidere ecc ecc) si tenta portare l'asimmetria del conflitto alla massima potenza. il problema risiede nel fatto che chi concepisce la guerra in questo modo, ne elude (in maniera colpevole) le cause sociologiche, economiche ecc. ecc. rendendola un puro esercizio di potenza. Le parti avverse questa logica l'hanno capita bene e per questo cercano di riportare il conflitto "ad armi pari" sviluppando a loro volta l'asimmetricità del conflitto con la semplicità dell'insinuarsi nelle migliaia di falle di una società democratica. Cosa c'è di più elementare dell'utilizzo di un aereo di linea schiantato su un grattacielo? Basta questo è la presunta superiorità tecnologica perde la propria aurea pulita ed esteticamente corretta, per divenatare ciò che la guerra è sempre stata: sangue, polvere e morte.

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  2. Molto interessante, grazie davvero.Io non c'ero arrivata. Tremendo.

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