lunedì 21 marzo 2011

Politically incorrect - 1

(Nota: questo è il primo di 4 - 5 post,  pubblicati di seguito in basso)

Scomunicherò, sempre però tenendo a mente le parole di B. Russell in esergo al mio blog.

Farò alcune riflessioni intorno all’incidente di Fukushima Daiichi. Ma non parlerò della dinamica, delle responsabilità, delle cause, degli interessi, delle negligenze intorno all’incidente. Non lo farò fino a quando l’emergenza alla centrale non sarà rientrata, gli organismi competenti non abbiano fatto un’analisi e io non abbia letto e studiato i loro documenti.
Una settimana fa, forse per la prima volta in vita mia, sono stata d’accordo con il Papa, quando ha detto che ammirava la dignità e il coraggio del popolo giapponese. Non credo essere l’unica, molti di noi immagino abbiano concordato con queste parole.
Cosa abbiamo apprezzato? Tra le molte cose la compostezza, la forza, il ritegno, l’aiuto reciproco, la mancanza di scene di panico e di isteria collettiva.
Ora dico: se sono d’accordo, anzi se ammiro qualcosa cercherò di agire in maniera conseguente. Di seguire il comportamento o il pensiero, di imitare l’azione. Giusto? Troppo facile essere d’accordo e comportarsi esattamente in maniera opposta. Diffido dei parolai.
Chi ha lodato la dignità e la compostezza dei giapponesi davanti ai danni provocati dal terremoto, dallo tsunami, all’incidente di Fukushima, ha poi seguito il loro esempio?
Ci siamo dati il tempo per capire quello che stava succedendo o abbiamo semplicemente dato aria alla bocca? Abbiamo avuto abbastanza informazioni su cui basare i nostri giudizi? Abbiamo fatto semplicemente un po’di silenzio davanti alla tragedia?
Qualcuno sì: Martin Wolf* sul FT di ieri, ha preferito tacere sulle sofferenze delle persone, citando Ludwig Wittgenstein.
Altri no.
Chi ha detto si va avanti, chi ha detto fermiamo tutto. Chi ha parlato di “apocalisse” e di situazione “fuori controllo” pur essendo a migliaia di chilometri di distanza, chi ha classificato gli incidenti senza avere le necessarie informazioni e prima che le autorità internazionali lo facessero.
Per essere chiara: molti politici da qualsiasi parte vengano, molti giornalisti, alcune Autorità di Sicurezza nazionali e il Commissario dell’Energia europeo. Loro sono stati, a mio parere, indegni.
*http://www.ft.com/cms/s/0/161056a4-4f49-11e0-9038-00144feab49a.html

AntoEnglish

(Note: this is the first of 4-5 posts, which you can read below)

I will excommunicate, although always keeping in mind B. Russell’s words, working as a motto of this blog. I will write some thoughts around Fukushima Daiichi accident. But I will not talk about the dynamic of the accident, the mistakes, its impact, the responsibilities on it. I will wait for the end of the crisis, I will wait for the reports by international organisations, I will read them.  

One week ago, for probably the first time in my life, I agreed with the Pope when he praised the dignity and courage of Japanese people in coping with the tragedy. I believe I am not the only one thinking highly of their behaviour, I suppose we are many.
I think what we admire, among other things, are their dignity, resilience, self possession and mutual help as well as the absence of hysterical reactions and panicking.
Now if someone admires something, if someone agrees with something, she/he should try to act accordingly ,right? I will try to follow the behaviour, value, thought that I praise.
Too easy, to say the least, to say something and to act in the opposite way. In Italian, ( guess why?:-)) we have a word for this behavior: “parolaio” which has something of the windbag but it is not exactly this.
Have we taken the time to understand what was happening before venting our thoughts? Have we had enough or good information? Have we kept quite in front of a tragedy? Someone yes, for example Martin Wolf * in yesterday’s article on the FT preferred to shut up, quoting L. Wittgenstein.
But not those who have been saying: Let’s go on. Not those who have been saying: Let’s stop everything. Not those who have been talking about an “apocalypse” and Japan being “out of control”. Not those who have been classifying the accident from thousands of kilometers away, before qualified international organizations said anything. Just to be clear: many politicians, many journalists, some national regulators, some EU commissioner. They to me are undeserving .
*http://www.ft.com/cms/s/0/161056a4-4f49-11e0-9038-00144feab49a.html#axzz1HBmuX2pn

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